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Recensioni

 

SWITCHMAGAZINE
MAGGIO 2018
 

“L’amore consapevole”: chi si nasconde dietro i messaggi di amore e di morte

Una concezione alternativa dell’amore nel nuovo romanzo di Sergio Magaldi.

Sappiamo davvero tutto sull’amore? Conosciamo fino in fondo ciò che lega indissolubilmente uomo e donna? Probabilmente no. E la miriade di opere letterarie e artistiche, che nel corso dei secoli hanno provato a spiegarne cause e ragioni, ma anche semplicemente a descrivere le sensazioni che lo caratterizzano, dimostrano la forte attrazione che nutriamo verso tale sentimento.

Nel nuovo romanzo di Sergio Magaldi “L’amore consapevole”, il terzo dopo “Thipheret sentieri di armonia” e “La tinozza di rame”, ritroviamo un’inedita e mutata concezione dell’amore che non viene presentata al lettore attraverso il racconto di una “semplice” e “scontata” storia d’amore, ma assume i caratteri di un vero e proprio thriller capace di lasciare il lettore con il fiato sospeso e in balìa di domande alle quali non può evitare di cercare risposte. Un elemento che rappresenta il tratto distintivo dello stesso autore, filosofo e sociologo che nel corso degli anni ha pubblicato traduzioni e introduzioni a diverse opere di carattere filosofico e teologico, come il trattato alchemico-cabbalistico del XVII secolo “Aesh mezareph” e quello di René de Cléré dal titolo “Necessità matematica dell’esistenza di Dio”. Anche nel suo terzo romanzo, Sergio Magaldi non smette di indagare le forze e le credenze che animano la nostra esistenza attraverso una vicenda appassionante e dinamica, offrendo “un’alternativa alla concezione dell’amore così come è stata intesa per secoli”.

Alla sua morte un collezionista italoamericano, vicino ai gruppi massonici e fervente cattolico, lascia in eredità alla casa editrice romana da lui fondata un manoscritto autentico e inedito custodito per oltre settant’anni. Il reperto contiene una serie di informazioni che potrebbero modificare la visione del mondo di alcuni fedeli, dal momento che esso raccoglie una serie di scritti posteriori della tradizione ebraica che riguardano la presenza di Dio nel mondo, lo Shekinah, e la concezione dell’amore tra l’uomo e la donna. Attraverso l’invio di misteriose mail, una sedicente Shekinah convince il direttore della casa editrice a servirsi del manoscritto per avviare un progetto editoriale costituito da una serie di romanzi dedicati al tema dell’amore consapevole, concepito come un mutamento di prospettiva della relazione amorosa, capace di produrre una rivoluzione nei rapporti umani senza precedenti”, ma anche capace di dar vita a una vera e propria unione tra le concezioni occidentali e orientali dell’amore. Il direttore accoglie il suggerimento, mosso soprattutto dalla volontà di scoprire l’identità di chi continua a inviargli mail d’amore, ma la vicenda si complica quando egli si vede recapitare mail minacciose, firmate da quello che nella tradizione semitica è l’angelo della morte, lo Azrael, che gli intimano di non pubblicare il romanzo di Shekinah. Si tratta di massoneria, di un intrigo internazionale o solo di una donna innamorata?

Una avvincente lotta tra l’amore e la morte, tra la voglia di conoscere e la paura di sapere. Il romanzo di Sergio Magaldi offre al lettore un meraviglioso intreccio, fatto di colpi di scena e di misteri, che pone al centro della riflessione domande scomode e ribadisce l’importanza di un sentimento totalizzante capace di muovere “il sole e le altre stelle”.

Il libro può essere acquistato online cliccando qui: Bibliotheka

Melissa Stolfi

 

 

Rivista Letteraria Libera
La Recherche
AGOSTO 2010
 

La tinozza di rame

Romanzo

Sergio Magaldi

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 24/08/2010 23:00:00

La tinozza di rame del titolo è un dono fatto da un cardinale all’avo del protagonista e nel corso del romanzo più che luogo deputato alle abluzioni appare come una mistica alcova in cui il destino prende forma, una sorta di crogiolo in cui la vita del protagonista si ricongiunge con la vera essenza di sé al riparo dalle tribolazioni del mondo. Il romanzo inizia con uno stratagemma che introduce la narrazione vera e propria e narra la vita di un confessore agostiniano nel XVII secolo, narrata da lui medesimo. Nel corso della vicenda si vede il protagonista avviarsi alla carriera ecclesiastica grazie al sostegno di un augusto benefattore, ma la vita in seno alla Chiesa risulta assai travagliata per il povero frate, che conoscerà maldicenze, trame nascoste e perfino il carcere. Ma l’occhio acuto dell’autore getta, attraverso il protagonista del romanzo, un pungente, ed aggiungerei poco ortodosso, sguardo sulla Chiesa dell’epoca. Infatti il frate, nel corso della sua vita incontrerà riti pagani, la Qabbalah, seguaci del Grande Nolano, ed altre situazioni che ben poco hanno, apparentemente, di cristiano, ma che, unite nel contesto socio-culturale dell’epoca hanno dato linfa con cui la Chiesa è cresciuta e si è ramificata. Nel romanzo non mancano gli intrighi politici, soprattutto nel personaggio di Olimpia Maidalchini Pamphili, detta la “Papessa”, che vediamo molto attiva nel pilotare i Conclave, alla faccia dell’ispirazione santa, i papi erano eletti seguendo criteri tutti umani e di convenienza. Donna Olimpia inoltre risanerà conti dello stato Pontificio tassando il meretricio, e qui, considerazione personalissima, noterei una certa assonanza con i traffici che spesso hanno come fulcro i possedimenti vaticani. Il romanzo scorre godibilissimo, raccontato con linguaggio che risuona come dell’epoca, ma che non appesantisce la lettura, anzi la rende più realistica e a tratti alleggerisce e rende divertente quanto si va raccontando. L’autore dà prova di grande preparazione mescolando nella trama, come già accennato, elementi appartenenti a religioni antiche, per esempio nella descrizione di riti pagani, o parlando della Qabbalah, e dimostra come anche quelli che si considerano santi uomini vivono di incertezze e di tentennamenti, e che il fervore religioso, l’umiltà o il desiderio di aiutare il prossimo albergano spesso – e benissimo – in cuori che, al di là dell’abito, continuano a rivestire tratti del tutto secolari. Sono assai significativi i passi in cui il protagonista cede alle tentazioni della carne, o addirittura vive una relazione d’amore con una donna, pur senza rinunciare alla purezza del suo animo e continuando ad essere un buon frate. La miopia della Chiesa invece lo condanna per un fatto che non commette, solo per una supposizione; l’Inquisizione, dimostra tutta la sua assurdità e dimostra come l’ignoranza dei suoi propugnatori abbia causato tante sofferenze, senza riuscire in nessun modo a fermare lo svilupparsi delle idee di modernità, tanto avverse alla Chiesa, ma anzi, chi si ergeva a moralizzatore era colui che più aveva da nascondere, viene spontaneo pensare che nulla è cambiato nel corso dei secoli all’ombra del cupolone. Come si nota il romanzo è assai complesso, su di una trama lineare e molto ben costruita si innestano tanti spunti di riflessione su fatti storici, su come le antiche culture hanno dato linfa alla Chiesa nel suo evolvere, non è un caso che il protagonista, prima di diventare frate, ha un intreccio con il paganesimo; sembrerebbe quasi che nella vita del protagonista l’autore abbia voluto dispiegare la vita stessa della Chiesa con i suoi travagli e compromessi per giungere ad essere universale, e dicendo che in fondo gli uomini che la reggono sono sostanzialmente – e solo – degli uomini. Concetto che potrebbe sembrare lapalissiano, ma in realtà dire che un uomo di fede, di Chiesa, un alto prelato è soprattutto un uomo, capace di amore, di dubbi, di tentennamenti talvolta sembra sacrilego. Il romanzo è veramente ben costruito e ben raccontato, descrive in modo efficace un’anima alla ricerca della sua strada nel mondo, racconta la vita del confessore in modo complesso ma senza funambolismi, in modo colto e schietto. Questo “Tinozza di rame” è stato veramente una bella scoperta, assai piacevole, a tratti perfino spassoso, quando narra di amplessi un po’ casuali, un po’ “bizarre”, e serba una bellissima sorpresa nel finale, con un autentico colpo di scena che corona la bellezza del romanzo e lo rende ancor più vivo e palpitante di profondo sentimento. Un romanzo che dimostra una notevole capacità narrativa dell’autore, unita a una grande cultura ed a una notevole sagacia che non mancherà di deliziare i lettori più esigenti.

 

Astra - OTTOBRE 2004